sabato 2 gennaio 2010

Il Marx esoterico

L'altra faccia di Karl Marx

di R. Wurmbrand

Nota sull'Autore:
Richard Wurmbrand era un ateo romeno che in gioventù militò nelle file del comunismo marxista. Credette in Cristo Gesù nel 1935 e divenne cristiano; la qual cosa lo avrebbe esposto, successivamente, ad oltre quattordici anni di feroci persecuzioni, nel corso dei quali venne a più riprese internato nei tristemente famosi gulag del regime filo-sovietico che, nel frattempo, si era instaurato nel suo paese.
Il testo contenuto in questo documento è una riduzione dei capitoli più importanti del libro "L'altra faccia di Carlo Marx", di R. Wurmbrand, edito da EUN (Copyright 1984, tutti i diritti riservati).

1. GLI SCRITTI CRISTIANI DI MARX

Prima di diventare un economista e un comunista di fama, Marx era un umanista. Oggi un terzo dell'umanità è marxista. Il marxismo in una forma o in un'altra, è adottato anche da molti nei paesi capitalisti.

Marx, si dice, era profondamente umano. Era dominato da una sola idea: come aiutare le masse sfruttate. Ciò che le impoverisce, a quanto egli sosteneva, è il capitalismo. Una volta rovesciato questo sistema corrotto, dopo un periodo transitorio di dittatura del proletariato, emergerà una società in cui ognuno lavorerà in ragione delle proprie capacità, in fabbriche e aziende agricole appartenenti alla collettività, e sarà ricompensato in ragione delle proprie necessità. Non vi sarà uno Stato che governi gli individui; non vi saranno guerre, non rivoluzioni, ma soltanto una fratellanza eterna, universale.

Affinchè le masse conseguano la felicità, occorre qualche cosa di più che la semplice distruzione del capitalismo. Marx scrive: « L'abolizione della religione, come illusoria felicità dell'uomo, è un requisito della loro reale felicità. » 1.

Marx era antireligioso perché la religione impedisce l'adempimento dell'ideale comunista, che egli considerava come la sola soluzione dei problemi del mondo: così i marxisti spiegano la loro posizione.

Nella sua prima gioventù Karl Marx si professava cristiano. La sua prima opera scritta è intitolata L'unione dei fedeli con Cristo. In essa leggiamo queste bellissime parole: « Attraverso l'amore di Cristo volgiamo al tempo stesso i nostri cuori verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi legati e per i quali Egli dette se stesso in sacrificio ».

Così Marx conosceva un modo perché gli uomini diventassero fratelli gli uni con gli altri: il Cristianesimo.

Egli continua: « L'unione con Cristo potrebbe dare un'intima elevazione, il conforto del dolore, una fiducia tranquilla e un cuore suscettibile all'amore umano, ad ogni cosa che sia nobile e grande, non per amore di ambizione e gloria, ma soltanto per amore di Cristo » 3.

Pressappoco nello stesso tempo, Marx scrive nella sua tesi Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera: « La religione stessa ci insegna che l'Ideale verso il quale tutti tendono, sacrificò Se stesso per l'umanità, e chi mai oserà contestare questa aspirazione? Se abbiamo scelto la posizione nella quale possiamo compiere quanto è più possibile per Lui, allora non potremo mai essere schiacciati dal nostro fardello, perché sono soltanto sacrifici fatti per il bene di tutti » 4.

Finanche in un libro astruso di economia politica come Il Capitale, nel quale le considerazioni circa la religione sono ovviamente di scarsa importanza, il maturo ed anti-religioso Marx scrive, completamente fuori dal contesto, « Il Cristianesimo . . . è la forma più idonea di religione » 5.


Note:
1
Marx, Karl u. Friedrich Engels, Zur Kritik der Hegelschen Rechtphilosophie, Einleitung (« Critica della filosofia del diritto Hegeliana », Introduzione), MEGA I, i (1), 607-608.
2
Rev. Paul Oestreicher, Sermons from Great St. Mary's, Londra, Fontana, 1969, 278-280.
3
Marx, Karl, Die Vereinigung der Glàubigen mit Christo (« L'unione dei fedeli con Cristo »), MEW, Supplemento, Vol. I, 600.
4
Marx, Karl, Betrachtung eines Jùnglings bei der Wahl eines Berufes (« Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera »), MEW, Suppl., Vol. I, 594. Anche in Payne, 34.
5
Marx, Karl, Das Kapital (« Il capitale »), New York, Cerf & Klopfer, The Modern Library, 1906, 91.

2. OULANEM VUOLE VENDETTA

Poco dopo che Marx ebbe ricevuto il diploma, nella sua vita accadde qualche cosa: divenne profondamente, appassionatamente anti-religioso. Incominciò a emergere un nuovo Marx.

Egli scrive in un poema: « Desidero vendicarmi contro quell'Uno che regna lassù » 1. Così era convinto che lassù ci fosse Uno che regna. Era in lite con Lui. Ma quell'Uno lassù non gli aveva fatto nulla di male. Marx apparteneva a una famiglia relativamente benestante, non aveva sofferto la fame nella propria infanzia. Stava molto meglio di molti suoi compagni di scuola. Che cosa aveva prodotto questo terribile odio contro Dio?

A una età in cui ogni giovanotto normale ha sogni di far del bene agli altri e di preparare una bella carriera per se stesso, perché dovrebbe aver scritto questi versi nel suo poema Invocazione d'un disperato?

Su in alto costruirò il mio trono,
Fredda e tremenda sarà la sua vetta.
Terrore superstizioso ne sarà il baluardo,
Suo ministro, l'angoscia più nera.
Chi lo guarderà con occhio sano
Distoglierà pallido e muto come morto lo sguardo,
Afferrato da forza di morte cieca e tremante.
Possa la buona sorte scavargli la tomba 2.

Marx sognava di rovinare il mondo creato da Dio. In un altro poema diceva:

Potrò allora marciare in trionfo,
Come un dio, fra le rovine del loro regno.
Ogni mia parola è fuoco e azione
Il mio petto è uguale a quello del Creatore.
(Citato in « Deutsche Tagespost », Germania Occidentale, 31 dicembre 1982.)

Le parole « Su in alto costruirò il mio trono » e la confessione che da colui che siede su questo trono, emaneranno soltanto terrore e angoscia, ci rammentano l'orgogliosa vanteria di Lucifero: « Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al disopra delle stelle di Dio » (Isaia 14:13).

Ma perché Marx desidera questo trono? La risposta si trova in un dramma poco conosciuto che compose anche durante i suoi inni da studente. Si intitola Oulanem. Per spiegare questo titolo bisogna fare una digressione.

Esiste una “chiesa satanista”. Uno dei suoi riti è la messa nera, che i satanisti recitano a mezzanotte. Nei candelieri sono poste candele nere rovesciate. Il “sacerdote” dice tutto ciò che è prescritto nel libro di preghiere, ma le legge dalla fine verso il principio; i nomi della divinità vengono letti pronunciandoli alla rovescia. Un crocifisso è fissato pure alla rovescia, oppure viene calpestato. Durante la messa nera viene bruciata una Bibbia. Tutti i presenti promettono di commettere ogni peccato, e di non fare mai nulla di buono. Segue un'orgia.

È caratteristico che Oulanem sia un'inversione del nome biblico per Gesù che in ebraico significa: « Dio con noi ». Simili inversioni di nomi sono caratteristici della magia nera; saremo capaci di capire il dramma Oulanem soltanto alla luce di una strana confessione che Marx fece in un poema chiamato Il giocatore 3, più tardi rappresentato da lui stesso e dai suoi seguaci:

Sorgono i vapori infernali e mi riempiono il cervello
Sin che impazzisco e mi si cambia il cuore.
Vedi tu questa spada?
Me l'ha venduta il prìncipe delle tenebre.
Per me batte l'ore e dà i segni.
Sempre più audacemente suono la danza della morte.

Questi versi assumono uno speciale significato, quando apprendiamo che nei riti della più alta iniziazione nel culto satanista viene venduta al candidato una “spada incantata” che garantisce il successo. Egli la paga firmando un patto col sangue estratto dai suoi polsi, per cui la sua anima, dopo morte, apparterrà a Satana.

Cito ora dal dramma Oulanem:

Ed essi son anche Oulanem, Oulanem,
Il nome risuona ancora come la morte,
Risuona ancora sino a spegnersi miseramente. 4
. . . . .
Ho però nelle mie giovani braccia,
Di che stringervi e schiacciarvi (l'umanità personificata)
Con la forza d'una tempesta,
Mentre per entrambi l'abisso si disserra nel buio.
Sprofonderai, ed io ti seguirò ridendo,
Sussurrandoti all'orecchio, « Discendi,
Vieni con me, amico! » 5

Marx desidera trascinare tutta l'umanità nell’abisso riservato per il Diavolo e i suoi angeli (si veda Apocalisse 20:3).

Chi parla attraverso Marx in questo dramma? È ragionevole attendersi che un giovane studente mantenga come sogno della sua vita la visione dell'umanità, mentre penetra nell'abisso delle “tenebre eterne”, mentre egli stesso ride seguendo coloro che ha guidato verso l'incredulità? In nessun luogo al mondo questo ideale è coltivato, eccetto che nei riti iniziatici della chiesa satanista, ai suoi gradi più elevati.

Viene il momento della morte, per Oulanem. Le sue parole sono:

Rovina, rovina. Il mio tempo è trascorso.
L'orologio s'è fermato, la minuscola casa è crollata,
Presto stringerò al mio petto l'eternità
Presto ululerò colossali anatemi sull'umanità 6.

Erano piaciute a Marx le parole di Mefistofele nel Faust: « Tutto ciò che esiste, merita d'essere distrutto ». Tutto: compreso il proletariato e i compagni. Marx citava queste parole in « Il 18 Brumaio » 7. Stalin si è fondato su quelle, e ha distrutto la sua stessa famiglia.

La setta satanista non è materialista: crede nella vita eterna. Oulanem, la persona in nome della quale Marx parla, non contesta la vita eterna. Egli la afferma, però come una vita d'odio esaltato all'estremo. Merita osservare che eternità, per i demoni, significa « tormento ».

È lo stesso per Marx:

Ah! L'eternità! È il nostro perpetuo dolore,
Un'indescrivibile, incommensurabile Morte . . . 8.

Incominciamo a capire che cosa sia accaduto al giovane Marx. Era partito da convinzioni cristiane, ma non aveva condotto una vita ad esse adeguata. La sua corrispondenza col padre dà testimonianza del suo sperperare grandi somme di danaro in divertimenti e del suo continuo contestare l'autorità paterna circa questo ed altro. Allora verosimilmente può essere avvenuto il suo indottrinamento nella chiesa altamente segreta di Satana, e che sia stato iniziato ai suoi riti. Satana, che i suoi adoratori vedono nelle loro orge allucinanti, parla per loro bocca. Così Marx ne è soltanto il portavoce quando nel suo poema Invocazione d'un disperato pronuncia le parole: « Io desidero vendicarmi contro quell'Uno che regna lassù ». Ed ecco la fine di Oulanem:

Se vi è qualcosa che possa distruggere,
Vi piomberò dentro, anche se porterò il mondo
Nella rovina.
Il mondo che sorge fra me e l'abisso,
Lo farò a pezzi, con le mie
Durevoli maledizioni.
Stringerò fra le mie braccia la sua dura realtà,
Abbracciandomi, il mondo perirà in silenzio,
E sprofonderà nell'estremo nulla.
Perire, senza esistenza: questo sarebbe
Realmente vivere 9.

Marx è stato ispirato probabilmente dalle parole del marchese de Sade: « Aborro la natura... vorrei spaccare il suo pianeta, ostacolare il suo procedere, arrestare le orbite degli astri, rovesciare i globi che galleggiano nello spazio, distruggere ciò che serve la natura, proteggere ciò che le nuoce, in una parola desidero insultarla nelle mie opere... forse saremo capaci di attaccare il sole, privarne l'universo o adoperarlo per dar fuoco al mondo. Questi sarebbero veri delitti ».

Perché de Sade e Marx volevano propagare cose tanto orribili? Il primo lo dice. Egli loda gli scrittori che hanno come unico scopo, quando stampano i loro spaventevoli sistemi, di estendere dopo la loro morte il numero dei loro delitti. Non possono più commetterli, ma i loro scritti maledetti fanno sì che gli uomini li compiano, e questa “dolce idea” li conforta sul letto di morte.

In Oulanem Marx segue l’obiettivo del Diavolo: consegnare alla dannazione l'intera razza umana. Oulanem è probabilmente l'unico dramma al mondo in cui tutti i personaggi sono consapevoli della loro corruzione, e la ostentano e la celebrano con convinzione. In questo dramma non c'è bianco e nero, non vi esistono Claudio e Ofelia, Jago e Desdemona. Qui tutti son neri e rivelano aspetti mefistofelici. Tutti sono satanici, corrotti e dannati dal destino.


Note:
1
Marx, Karl, Des Werzweiflenden Gebet (« Invocazione di un disperato »), ibid. 30.
2 Ibid. 30-31.
3 Marx, Karl, Spielmann (« Il giocatore »), ibid. 57-58.
4 Marx, Karl, Oulanem, Atto 1, scena 1, ibid. 60.
5 Atto 1, scena 2, ibid. 63.
6 Atto 1, scena 3, ibid. 68.
7 Marx, Karl, Louis Bonaparte («Il 18 Brumaio»), MEW VIII, 119. « Marx, Karl, Oulanem, Atto 1, scena 3, MEGA I, i (2), 68.
8 Marx, Karl, Oulanem, Atto 1, scena 3, ibid. 68.
9 Ibidem.

3. STRANI RITI NELLA FAMIGLIA DI MARX

Quando scriveva queste cose Marx, un genio prematuro, aveva diciott'anni. Il programma della sua vita era già stabilito. Non vi era accenno di servire l'umanità, il proletariato o il socialismo. Desiderava portare il mondo in rovina. Desiderava costruire per sé un trono la cui difesa doveva essere il brivido di paura degli uomini.

La seguente citazione è tratta da un epigramma di Marx su Hegel 1:

Perché ho scoperto il più alto,
E perché ho trovato il più profondo, con la meditazione,
Son grande come un Dio;
Come Lui, mi rivesto dell'oscurità.
(Citato da « Deutsche Tagespost, Germania, 31 dicembre 1982.)

Nel suo poema « La vergine pallida » 2 Marx scrive:

Così ho perduto il cielo, Lo so ben io.
La mia anima, un tempo fedele a Dio,
È destinata all'inferno.

Non c'è bisogno di commenti.
All'inizio, Marx aveva ambizioni artistiche. I suoi poemi e il dramma sono importanti in quanto rivelano il suo stato d'animo; ma essendo privi di valore letterario non ricevettero nessun riconoscimento. La mancanza di successo nel dramma ci ha dato un Goebbels, il ministro nazionalsocialista della propaganda; l'insuccesso in filosofia, ci ha dato un Rosemberg, il filosofo del razzismo tedesco; la mancanza di successo in pittura ed architettura ci ha dato un Hitler.

Anche Hitler era poeta. Si può star certi che non abbia mai letto le poesie di Marx, la somiglianza però è sorprendente. Nei suoi poemi egli cita le stesse pratiche sataniste. Ne cito una:

Nelle notti tempestose vado talvolta
Alla quercia di Wotan nel silente giardino
Per stringere un patto con le forze oscure...
Il chiaro di luna fa apparire caratteri runici
Tutti coloro che erano straordinari durante il giorno
Diventano piccoli di fronte alla formula magica...
(Muller, Schoenhausen, « La soluzione dell'enigma Adolf Hitler »).

Wotan è il dio principale della mitologia tedesca. I caratteri runici erano i segni che a quei tempi si usavano per scrivere.
Hitler abbandonò ben presto la carriera poetica; così Marx, che la cambiò per quella di un rivoluzionario in nome di Satana, contro una società che non aveva apprezzato i suoi poemi. Questo, è in modo persuasivo un motivo per la sua ribellione; un altro motivo, l'essere disprezzato per le sue origini ebraiche.

Due anni dopo le preoccupazioni espresse da suo padre, nel 1839, il giovane Marx scrisse « La differenza fra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro », nella prefazione della quale si allineava con Eschilo: « Nutro odio contro tutti gli dèi » 3. Egli specificava dicendo di essere contro tutti gli dèi in terra e in cielo che non riconoscono l'autoconsapevolezza umana come la divinità suprema.

Marx era un nemico dichiarato di tutti gli dèi, un uomo che aveva acquistato la sua spada dal principe delle tenebre, al prezzo della propria anima. Aveva dichiarato che il proprio scopo era l'attirare tutta l'umanità nell'abisso, e seguirla ridendo. Sua figlia Eleanor dice che, quando erano bambine, Marx aveva raccontato molte storie a lei e alle sue sorelle. Quella che le piaceva di più parlava di un certo Hans Rockle. « Il racconto di quella storia durava mesi e mesi, perché era una storia lunga, lunga, e non finiva mai. Hans Rockle era una strega... che aveva un negozio con giocattoli e molti debiti... Benché fosse una strega, era sempre in ristrettezze finanziarie. Perciò doveva vendere, contrariamente alla propria volontà, tutte le sue cose belle, l'una dopo l'altra, al Diavolo... alcune di queste avventure erano orribili, e facevano rizzare i capelli » 4.

È normale per un padre raccontare ai suoi bambini piccini storie terrificanti circa il vendere al Diavolo i propri tesori più cari? Robert Payne, nel suo libro Marx 5, racconta anche lui di questo fatto con ampi particolari, come riferiti da Eleanor. Come l'infelice Rockle, la maga, vendesse i giocattoli con riluttanza. Tenendoseli stretti fino all'ultimo momento. Ma dato che aveva fatto un patto col Diavolo, non c'era scampo.

Il biografo di Marx continua: « Scarsi dubbi possono esservi che quelle storie interminabili fossero autobiografiche... Egli aveva la visione del mondo del diavolo, e la sua malignità. Talvolta sembrava sapesse che stava compiendo opere di male » 6.

Quando Marx aveva finito Oulanem e gli altri suoi primi poemi in cui scriveva di avere un patto col Diavolo, non pensava al socialismo. Addirittura lo combatteva. Era redattore di una rivista tedesca, la « Rheinische Zeitung » 7, che « non concede alle idee comuniste neppure una validità teorica nell'attuale forma, tanto meno desidera la loro realizzazione pratica, che ad ogni modo considera impossibile... I tentativi da parte delle masse di applicare le idee comuniste, possono trovar risposta col cannone non appena diventino pericolosi... ».


Note:
1
Marx, Karl, « Hegel », ibid. 41-42.
2
Marx, Karl, « Das bleiche maedchen » (« La fanciulla pallida »), ibid.
3
Marx, Karl, Ueber die differenz der demokritischen und Epikurischen Naturphilosophie, Vorrede (« La differenza fra la filosofia naturale di Democrito ed Epicuro », prefaz.), ibid. 10.
4
Von Westphalen, Jennyy, Mohr und General, Erinnerungen an Marx und Engels (« Il moro e il generale, ricordi di Marx ed Engels »), Berlino, Dietz Verlag, 1964, 273-274.
5
Payne, Robert, Marx, New York, Simon & Shuster, 1968, 317.
6 Ibid.
7
Marx, Karl, « Die Rheinische Zeitung » (« Il Giornale renano ») (Il Comunismo e il Giornale di Augsburg « Ausburger Allgemeine »), MEGA I, i (1), 263.

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